Teatro

Dostoevskij con Le Notti Bianche, a Gualdo e Panigale

Dostoevskij con Le Notti Bianche, a Gualdo e Panigale

Una delle opere più poetiche della letteratura russa "Le Notti Bianche" di Fedor Dostoevskij è in scena giovedì 15 gennaio, alle 21 al teatro don Bosco di Gualdo Tadino e venerdì 16 gennaio, alle 21, al Teatro Caporali di Panicale.

E’ un commovente testo sulla giovinezza e sul primo amore, portato in scena con consapevole ironia e comicità dai due intensi protagonisti, Fabio Poggiali e Simona Mastroianni, accompagnati dalla voce registrata di Giorgio Albertazzi e diretti con mano felice da Rossella Falk.

Come in tutta la produzione letteraria dell’autore, al centro del testo c’è l’analisi del mistero profondo e insondabile dell’animo umano.

Il giovane protagonista della vicenda è un sognatore, idealista solitario e malinconico che, smarrito tra le pieghe delle sue infinite fantasie, vive in un mondo parallelo, totalmente distaccato dalla realtà. Sullo sfondo, una Pietroburgo diversa da quella popolata e deserta (quasi tutti sono in vacanza in campagna a godersi la bella stagione), che si abbandona al fulgore di quelle notti bianche che in estate non concedono tramonto al sole.

Il sognatore si aggira per la città semivuota, dialogando con le strade e i palazzi, uomo senza storia che, pur vivendo a Pietroburgo da otto anni, non ha rapporti con nessuno.

Nel suo vagabondare s’imbatte nella giovane e dolcissima Nastenka, con la quale ha il primo vero contatto umano. I due si incontrano per altre tre notti, raccontando l’un l’altro di speranze e sogni; notti magiche, evanescenti, nelle quali si consuma il sogno di un’avventura meravigliosa. E’ soprattutto Nastenka a svelarsi, a parlare della sua vita e del suo amore, di cui da un anno attende disperatamente il ritorno.

Il contatto vero con un essere umano, l’impatto con la realtà esaltano il sognatore, che finalmente scopre quanto il mondo vero sia più appagante di quello solo immaginato. E proprio il sollievo di essere riuscito a emergere, almeno per una volta, dal suo guscio protettivo lo rende capace di sacrificare la propria illusione di felicità per quella donna che ha scoperto, all’improvviso, di amare. Un intero attimo di beatitudine è forse poco nella vita di un uomo?”: questo dirà, prima di sprofondare di nuovo nei suoi aggrovigliati dilemmi esistenziali.

Dal racconto fu tratto, nel 1957, il film di Luchino Visconti, con Marcello Mastroianni e Maria Schell premiato con il Leone d'Argento al Festival di Venezia. Se il film rappresentava un apologo sulla precarietà della vita, la versione odierna di Fabio Poggiali, fedele all’epoca e al testo di Dostoevskij, recupera appieno il profumo delicato e la purezza di un idillio, ottenendo grandissimo successo di pubblico e di critica in Italia e all'estero (San Pietroburgo, Parigi) dove ha rappresentato il teatro Italiano.